Ieri sera, dopo l'allenamento, ero coi piedi a mollo nell'acqua ghiacciata, una gomma da masticare blu (mi fa strano, "gomma da masticare". Non dico cicca come si dice qui da noi, perchè poi qualcuno pensa a "sigaretta", e non mi va che pensiate queste cose, anche perchè non fumo) che mi ha fatto la lingua blu, e il quadernetto degli appunti in mano.
Un po' ripassavo, un po' pensavo ed immergevo i miei pensieri in qualche bel posto, lontano dall'acqua fredda e dall'argomento di storia dell'arte che cercavo di farmi entrare in testa.
Che, cioè, storia dell'arte sarebbe anche interessante - forse - se le lezioni di questa prof non fossero così... Dio, sono terribili! Mi mettono un gran sonno addosso e non posso nemmeno deconcentrarmi perchè quello che dice lei non c'è scritto sul libro. Per questo scrivo e scrivo e scrivo per tutta l'ora, dato che quella non si ferma mai. E va così veloce! Alla fine dell'ora (che quando suona la campanella lei è ancora lì a spiegare) direi che la mia mano è ridotta a tipo, boh, un brandello di carne essiccata (e questa da dov'è uscita?).
Oggi, in più, verifica di francese. Dovrebbe essere andata bene. Se soltanto il mondo vorrà concerdermi questo favore, è chiaro.
A parte queste inutili chiacchiere, ho aggiunto un punto alla mia lista dei desideri, ovvero scrivere un libro.
Per scrivere un libro s'intende avere soprattutto idee geniali, un'ispirazione folgorante, qualcosa di originale da scrivere. Migliorare il mio stile di scrittura, buttare giù le idee, fare la stasura, pubblicare il libro e vedere scritte le lettere del mio nome una vicina all'altra, così belle, sulla copertina. Non sarebbe magnifico?
Credo proprio di non essere l'unica a voler fare una cosa simile, ma ce la metterò tutta, giuro. Scrivo e leggo da sempre; pensate che la prima volta che, il primo anno delle elementari, quando ci hanno dato in mano il nostro primo, sottilissimo librettino da leggere (avevamo appena imparato), io me ne sono rimasta tutto l'intervallo a leggerlo, a sfogliarlo, ad amarlo, mentre tutti i miei amici se ne stavano fuori a giocare.
Sì, accidenti, sono una sfigata da tampi immemori. Sapete quanto me ne frega, però?
I libri mi hanno insegnato molto, moltissimo. Tutto quello che so, o quasi, l'ho imparato da loro. E quando stavo male, quando ero triste, quando volevo fuggire, mi rifugiavo tra le pagine di un libro, e viaggiavo all'interno del racconto e affiancavo i protagonisti nelle loro avventure, perchè io di avventure non ne avevo, non come le volevo io.
Quello che voglio fare, è scrivere qualcosa, qualsiasi cosa, per insegnare a chi leggerà. Voglio creare un posto segreto, intimo, in cui le persone possano rifugiarsi come ho fatto io, come faccio ancora. Come adoro fare da sempre.
Lunga vita ai libri, perchè, gente, sono una cosa splendida.
"Hai quattordici anni e passi le tue giornate a leggere?" Sì, qualche problema?
Mio padre, da piccola, mi diceva sempre: Non rovinare i libri, loro sono tuoi amici.
Ragazzi, quanto è vero.
Da un mese preciso su questi fogli virtuali,
Cherry
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