Non sai quanto mi manchi.
Tanto, eh, ma proprio tanto. Che pensavo che non avrei più pianto, perchè ormai ne è passato, di tempo. Non così tanto, eh, ma un po' sì.
Pensavo che boh, a ripensarti non sarei più stata così triste. Che tutto fosse passato. Che il buco che mi hai lasciato nel petto si fosse chiuso, con un po' di scotch messo alla bella e buona.
A quanto pare, però, non è così. Perchè l'altra sera ero a letto e pensavo, oh nonno, povero nonno, e poi quanto mi è scoppiato dentro, capisci? Così.
E ho pianto, nonno, ho pianto per te. Perchè ora forse tu stai bene, lassù. Ora magari sghignazzi e prendi in giro il sole e le stelle, perchè tu sei più in alto. Non so dove, ma scommetto che ora sei lì che mi guardi sorridendo e la notte mi canti quella ninnananna che mi cantavi da piccola, per farmi addormentare.
Mi manca anche la tua barba ruvida che mi sfregiava le guance quando ti baciavo per augurarti una buona notte, nonno. E il tuo sorriso un po' sdentato e come mi stringevi al petto e come mi carezzavi la testa e i capelli.
Un po' tutto, nonno, un po' tutto.
Sei stato forte, nonno.
Ti amerò sempre.
E mi piace pensare che le ultime parole che ci siamo scambiate siano "Ti voglio bene" e tu "Te ne voglio tanto anch'io".
Dammi la carica, nonno. Me la caverò se saprò che tu sei lì in alto a splendere su di me.
Ciao, nonno. E sogni d'oro.
Tua amata,
S.
Uscì sotto la luna e le sorrise.
Strinse la lettera al petto e lasciò che le sue lacrime ne bagnassero le righe nere.
Tirò fuori un accendino dalla tasca e fece scattare la fiammella.
Brucia, letterina. Brucia.
E anche dentro, anche dentro bruciava tutto.
Il foglietto stropicciato venne corroso dalle fiamme e le fiamme lasciarono una scia bruna di fumo in cielo.
Il fumo andrà in alto e si perderà nella notte e il suo destinatario ne leggerà le parole tra le luci delle stelle.
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