mercoledì 16 febbraio 2011

Ho il cuore che scoppia di vita

E sonno sonno sonno sonno.
Stamattina ero proprio stanca e mi guardavo da vicino allo specchio - e da vicino si vedono tutti i minimi dettagli della mia faccia, e tutti i difetti che mi sta regalando "gentilmente" l'adolescenza - e mi meravigliavo abbastanza di quanto io sia cambiata in così poco tempo.
Anche solo leggendo storie che ho scritto l'anno scorso, intendo anche nel 2009, o nel 2010, o guardando i primissimi post... non so, sono diversa. Quello che penso è diverso, come penso è differente, come scrivo, ciò che leggo, ciò che dico.
Non contando poi i diversi centimetri in più, le gambe da fenicottero e il facciotto da bambina che ormai è stato sepolto da qualche parte, che probabilmente non tornerà più. O forse tornerà, forse lo vedrò tra gli occhi dei miei figli, se mai ne avrò; forse io sarò lì, vicino alle loro guance rosse e sulla punta dei loro nasi.
E poi le curve in più, il mio essere più donna, se si può dire, più femminile, bella. Ma non quella bellezza da super top model, forse solo un pochino di bellezza da donna, ma poca poca, ché quando lo sarò davvero, una donna, sarò orgogliosa di me stessa perchè ce l'avrò fatta e sarò sopravvissuta a tutto questo, che un po' mi fa schifo. Anzi, certe volte proprio tanto. Tanto schifo. Ma non sempre; qualche volta mi piace, è bello pensare di essere finalmente cresciuti.
Anche se alla fine, tutto è diverso da come lo si aspettava, non trovate?

Che poi ho una gran voglia di zucchero filato. Tipo le voglie da donna incinta, avete presente? Anche se non c'entra proprio un bel niente, e io non sono incinta.
Che oggi mi sono riempita di schifezze.
E che piove da due giorni filati e che io me ne vado in giro senza ombrello e senza cappuccio, alzo la testa verso il cielo e apro la bocca e lascio che la pioggia mi bagni la lingua e mi lavi di dosso i pensieri neri, quelli brutti.
Che non si cominciano i periodi con "E..", ma a me va di farlo, e poi questo è il mio libro dei ricordi. Ho notato anche che scrivo piuttosto confuso, qui sul blog, forse perchè anche i miei pensieri sono confusi e ho le parole che mi si attorcigliano dentro. E' che io cerco di sputarle fuori, quelle parole attorcigliate, ma non so bene come mi escano dal petto e dalle dita che battono tic-tic sulla tastiera tic-tic.
Mi piace pensare che, un giorno, quando sarò vecchia, o anche non proprio vecchia, magari un po' più donna, un po' più grande, un po' più diversa, mi metterò qua a leggere di me e dirò "Che strana che ero!", sì, penserò di essere stata strana forte e mi verrà il dubbio di esserlo ancora per davvero. Oppure sorriderò e leggerò queste righe, tutta imbarazzata di me stessa; magari mi vergognerò di tutto questo.
Ma cosa ti imbarazzati, S.? Sì, tu, S. Un po' più donna, un po' più grande e tutto il resto, di che ti vergogni? Questa era la tua vita, sai? Eri un po' pazza e forse lo sei ancora, ma eri tutto questo ed è una bella cosa.
Scrivo anche ad un'ipotetica S. del futuro, sì.
Lo dico, io, che ho il cervello quadrato.

R. Cherry

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