Sono le diciannove punto cinquantasei dello zero-cinque zero-sei duemilaundici. Sembra più un numero di telefono che una data, ma tant'é.
Sono "appena" tornata da quel famoso (non è vero) week-end al lago...
Beh, alla fine è stato bello. Davvero. Mi è piaciuto, proprio. C'è stata un sacco di pioggia, noi tre abbiamo dormito in un letto matrimoniale. Eravamo tipo in una piccola casa-mobile tutta per noi, al campeggio. Ho conosciuto i nonni di M., che sono giovanissimi e sfiorano a malapena i sessanta e si chiamano "amore" tra di loro (roba che manco i miei fanno) e si abbracciano. Sono teneri, insomma. E la nonna di M. cucina che è una favola!
Ieri dopo scuola è venuta mia madre a prendere me e L. alla stazione degli autobus. M. era già lì al campeggio coi suoi nonni. Quando siamo arrivate pioveva, abbiamo salutato M. e ci siamo rinchiuse nella casa-mobile e parlare, e parlare, e parlare. Abbiamo ascoltato musica sdraiate sul letto, abbiamo parlato del futuro, di quello che ci piace, di quello che vorremmo per i prossimi anni. Di come M. non abbia nessun'idea e sia incasinata con la scuola nuova in cui andrà a settembre, ripetendo l'anno, di come L. adori la fotografia e voglia fare un corso, in futuro, di come io ami giocare a pallavolo e scrivere e un sacco di altre cose belle. Abbiamo fatto dei discorsi seri, insomma.
Ci siamo fatte pane e nutella.
Verso il tardo pomeriggio è uscito il sole e pure noi siamo uscite. Siamo andate sulla riva del lago, abbiamo camminato sulla sabbia e siamo andate sulle altalene come delle bambine.
Ho preso un ghiacciolo.
Abbiamo scritto sulla sabbia umida. Ho disegnato le nostre facce (erano terribili, madonna!) con sotto i nomi e abbiamo così scoperto che io non so assolutamente disegnare un bel niente.
Più tardi abbiamo ordinato la pizza, loro due margherite e io una coi wustel, come al solito, insomma. Lì alla pizzeria c'hanno dato una margherita in più, e noi ce le siamo portate tutte e quattro alla casa-mobile. Abbiamo cenato sul terrazzino e abbiamo mangiato con le mani.
La sera ci siamo vestite un po' più pesanti perchè tirava vento, e siamo tornate sulla riva del lago. Ci siamo sedute sui muretti, abbiamo ascoltato ancora musica. Abbiamo osservato il sole che se ne andava, sempre più giù, e spariva tra le montagne. Ci siamo incastrate in tre su una sedia a sdraio, non so ancora bene come, appoggiate una sull'altra. Io stavo in mezzo, appoggiata su M. e con la testa di L. sul petto.
Non c'erano stelle. Più in là, hanno messo della vecchia musica italiana. Mi sa che nessuno s'è messo a ballare. Ad un certo punto, c'era completo silenzio.
Dall'altra parte del lago, sull'altra sponda, c'erano un sacco di luci.
Quando ha cominciato a fare più freddo, siamo tornate a casa. Ci siamo strette sotto le coperte. Ho rischiato di volare giù dal letto più di una volta. Ero distrutta.
Il giorno dopo sono stata svegliata un mucchio di volte dai tuoni. C'era il temporale e pioveva un sacco; sembrava di sentire le onde che si arrotolavano sugli scogli, con quei boati assurdi - sapete, no? -, solo che era pioggia. Forse un'enorme pioggia.
Sono rimasta a letto per un po'. Quando ci siamo alzate, siamo andate a fare colazione nella roulotte dei nonni di M. Non m'ero ancora messa le lenti e non m'andava di mettere gli occhiali, quindi ero mezza cieca. Ho mangiato un sacco (ultimamente mangio pure più del solito. Madonna, ma quando la smetto di crescere?) e poi niente, siamo tornate indietro, sotto un ombrello giallo ed enorme.
L. s'è messa a ricopiare i verbi e le regole di latino sul vocabolario, ché domani ha la versione in classe e non c'ha voglia di studiare. Io e M. ci siamo rannicchiate sul divano stretto, a parlare.
Ad un certo punto ci siamo messe a parlare di figli, poi di aborti, poi di parti, poi da lì di sesso (insomma, abbiamo pur sempre quattordici anni e gli ormoni a mille!). Sì, ecco, a ripensarci, questa doveva essere stata la catena degli argomenti.
L. ha detto che non ne parla mai con nessuno, e solo con noi non si sente in imbarazzo. M. è quella un po' più esperta, ecco. Io non mi sento a disagio, sinceramente. E' una cosa naturale, oh! Poi ecco, ci siamo fatte le nostre teorie e abbiamo fatto delle domande a M. Lei non ne ha mai fatto, di sesso, però ne sa qualcosa in più. Mi sa. E comunque non ne parliamo troppo spesso. Quella di oggi è stata la conversazione più lunga sull'argomento che io abbia mai avuto (poi ci sono state le lezioni di educazione sessuale, alle medie, ma quelle non contano troppo).
Alla fine, beh, non abbiamo fatto molto. Però è stato molto carino lo stesso.
A pranzo siamo andate a mangiare di nuovo dai nonni di M., che sono troppo dei grandi. Lei è pugliese e lui milanese, e, anche se non ce l'hanno detto, si sentiva bene dalla pronuncia. E' uno strano mix di dialetti e culture (madonna, parlo io che in casa ho un genitore arabo e l'altra italiana!).
A parte questo, niente. Abbiamo fatto le borse e le abbiamo caricate nella macchina dei nonni di M., che c'hanno riportate a casa.
Ad un certo punto mi sono addormentata, senza manco accorgemene. L. e M. m'hanno fatto delle foto. Ho dormito con la bocca aperta! Che roba. Imbarazzaaaante, ma tralasciamo questo fatto.
E comunque, sono stata cattiva a dire quelle cose su L., in qualche post fa. Me la prendo sempre troppo, cheppalle.
Questo è tutto. Ho una fame tremenda e ho sbagliato un problema facilissimo della verifica di geometria. Stupida me! I'm a big idiot.
RedCherry
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