lunedì 5 settembre 2011

Forse 'sta volta ce la faccio, a scrivere un post decente

Cioè, è strano. Ultimamente faccio così tante cose che potrei scrivere decine di post. Solo che non lo faccio, e non capisco bene il perché. Okay, forse lo so: mi manca la voglia. E il tempo.
Sto passando le giornate fuori. In 'sti giorni sono uscita a Milano con G. e R., per vedere il percorso per la nuova sede. Abbiam fatto un giro. Sono uscita con L. e M., mangiato una pizza con loro e altri amici, dormito con L. a casa di M., guardato La custode di mia sorella (stupendo), con loro. E uscita ancora, e ancora. Sempre in giro, sto.
Oggi G. m'ha costretta ad accompagnarla in bus a prendere I. a Bisceglie, e io le ho detto che sarei andata solo se mi avesse portato uno dei biscotti che aveva fatto suo nonna. Solo che la madre se l'è mangiato, mannaggia a lei! E quindi mi son alzata per le 9.30, sono uscita per le 10 e un quarto, me la sono fatta a piedi fino alla piazza, son passata in edicola a pagare per il rinnovo dell'abbonamento e ho preso l'autobus. Allora m'arriva un sms da G., che mi dice che non può uscire finché non arriva sua madre. Quindi scendo alla fermata di G. e ho una mezza idea di andare sotto casa sua e chiamarla e dirle, come fanno quelli dei film romantici, Affacciati alla finestra. Solo che prima di arrivare sotto casa sua lei m'aveva già raggiunto, e quando le ho spiegato cosa avevo intenzione di fare, s'è messa a ridere. Ma ti vengono delle idee assurde, certe volte! Già.
Allora abbiamo aspettato il pullman, e mentre aspettavamo una vecchietta s'è fermata di fronte a noi - io già temevo che ci avrebbe preso a borsate perché c'eravamo messe a gambe incrociate e occupavamo tutta la panchina - e ha cominciato a dirci di divertirci, quest'ultima settimana di vacanze. E ha cominciato a chiacchierare - sapete, no?, come fanno i vecchietti - e a raccontarci la sua vita. Ma lo faceva con una convinzione, guardate, che m'ha fatto un sacco tenerezza!
E allora vabbè, siamo arrivate a Bisceglie, visto I., e tornate indietro con lei. Poi abbiamo avvisato R. ed è salita anche lei quando siamo passate dalla sua fermata. Ci siamo radunate a casa di Fede S., mangiato e riso fin troppo. E scopiazzato a vicenda le ultime robe dei compiti che ci mancavano.
Ho finito tutto, ma manca geometria, e mi torna in mente il mio prof di matematica, che, l'ultimo giorno di scuola, non è che ci dice buone vacanze, mh?, come tutti i normali cristiani. Ma no. Sapete cosa ci dice lui? Ci rivediamo tra tre mesi.
E con quella frase m'ha fatto accapponare la pelle. Una roba tremenda, proprio.
Il dilatatore sta bene. Adesso L. m'ha passato quello da due millimetri. L'abbiamo chiamato Salvatore (il dilatatore. Figo, eh? Fa rima). E la treccina l'ho soprannominata Gina (sempre per il fatto della rima. Ma che scema che sei, Sò!, m'ha detto L.).
Ma comunque. Dopo la scopiazzatura io e Fede S. abbiamo raggiunto L. e M. al parco. M. piangeva per il solito stronzo, che l'ha trattata da schifo, come sempre. Solo che lei è troppo buona, per la miseria. Mi vien voglia di prenderla a schiaffi, certe volte, per quanto è buona e clemente.
L., invece, ce l'ha fatta: è uscita con Ivan (la sua cotta secolare, N.d.A.).
E davanti al parco abbiamo incontrato A. Io, da brava idiota rincitrullita che sono, sono riuscita a spiccicare solo un paio di parole con lui. Mi ha offerto delle patatine, ma mi facevano schifo.
Più tardi l'ho rivisto, mentre camminavo verso casa. L'ho salutato, e lui m'ha salutata dal motorino, e io sono rimasta così tanto tempo girata verso di lui che sfrecciava verso casa che stavo per farmi investire da due macchine. Sono una roba impossibile, certe volte.
Davanti al parco c'erano anche vecchie conoscenze. Insomma, compagni idioti delle medie che vorrei rimuovere dalla mia memoria. Però sembravano sopresi, quando m'hanno vista. Probabilmente sono cambiata molto, ai loro occhi. M'hanno salutata e stop. Non smettevano di fissarmi. E parlano solo di motorini e stronzate, tra l'altro. Che cosa triste.
Poi mi son presa un pezzo di pizza con Fede S. e L. e M. Solo che M. non l'ha mangiata perché è a dieta. Io sì. Me ne sbatto, delle diete, per la miseria.
Sono tornata a casa. Da sola. A piedi. Io non ce l'ho mica, il motorino.
Alle sei e trentacinque già cominciavo a dire a mia madre di andare. E lei si lamentava con mio padre perché non sarebbe riuscita a bere il té che lui le aveva preparato, dato che instistevo tanto per andare subito all'allenamento. Accidenti, mamma, son tre mesi che aspetto questo momento! .
Quindi ecco, ho fatto il primo allenamento del nuovo anno! Non vedevo l'ora. Mi sento così felice, ragazzi. Anche se mi fanno male tutti i muscoli e mi sento le gambe di piombo, per quanto son pesanti.
Ieri invece non riuscivo a prender sonno. Dovrei cominciare ad alzarmi un po' prima di mezzogiorno, mh? E andare a dormire un po' prima di mezzanotte, magari. Ché la scuola ricomincia.
Madonna.
L'estate sta proprio scivolando via. Io e L. e M. abbiamo tirato le somme dell'anno (sì, noi facciamo 'sta cosa sempre alla fine delle vacanze, non a dicembre come voi comuni mortali), e in generale a tutte è piaciuto. A me, personalmente, proprio un sacco. Ci son stati alti e bassi, eh, ma alla fine tutto passa.
E ho conosciuto K. - forse la parte di anno passata con lui, in Inghilterra, è stata una delle migliori - e ho avuto la fortuna di uscirci insieme. A proposito: non faccio altro che ripetere il suo nome, ultimamente, e le ragazze mi prendono in giro.
G.: "Mh, Fede, cos'è che hai scritto qui? K... cosa?"
Io, con aria sognante: "K di Kilian!"
Tutte, *sospiro*: "Non fa altro che pensarci, avete visto? Cioè, non si ripiglia proprio!"
Ops?

C.

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