E a giugno, come regalo per il compleanno, andrò al suo concerto (fuck yeah).
Intanto, novembre è stato un mese un po' così. Cioè, è passato straveloce, non so bene come, ma con tutta 'sta nebbia e il freddo e il fatto che non sembra proprio di stare in autunno, ma neanche in inverno, non so, in una via di mezzo, è stato un periodo strano.
L'ho passato, novembre, sotto le coperte a divorare libri e castagne, a indossare maglioni di mio padre e mio fratello - come mi piace, mettere le loro cose. Mi fanno sentire protetta, e calda, perché sono di un mucchio di taglie in più -, ad ascoltare musica, a fare lunghi viaggi in metropolitana, a camminare col freddo negli occhi, a scrivere poesie e storie sui miei quaderni, ad aiutare uno dei miei fratelli coi compiti sulle vocali e le consonanti.
Poi, eccezionalmente, ho cominciato a leggere il giornale. Cose tipo City, Leggo, o Metro, quelli gratis che danno all'entrata o all'uscita della metropolitana. E mi faccio delle belle letture, insomma, qualcosa del genere; prima non sopportavo i giornali, non so perché, mi sono sempre stati antipatici. Ora mi informo su quello che succede nel mondo, mi interessa. Mi sento un po' meno ragazza sempre con la testa chissà dove e più quella che si vuole fare una cultura d'attualità. E' un gran cambiamento, se ci si pensa. Anche se continuo ad irritarmi e/o ad aver voglia di piangere per nulla, ma veramente per delle sciocchezze, giuro, non capisco perché. Saranno gli ormoni, lo stress, che ne so, l'adolescenza e tutta quella merda. Tipo ora che mia madre è entrata e io ho cambiato finestra di Internet (non mi va che legga tutte 'ste cose, che tra l'altro sono mie e basta, che c'entra lei?) e lei s'è messa a ridacchiare e a dire T'ho visto, eh, t'ho visto! Dio santo, che rottura di palle! Perché deve fare così? Che odio. Perché non rispetta la cosa e basta e sta zitta? E poi insiste, eh, mica se ne va così. E mi dice ma che c'è, dai, perché mi rispondi male e blabla. Mollami e basta, santo cielo.
Comunque, ho trovato un rimedio quasi funzionante (ancora da collaudare) per trattenere le lacrime. Mi metto gli auricolari con una musica potente, qualcosa che mi scuota. Poi comincio a contare da 300 all'indietro, e mi concentro sui numeri e via dicendo, così non penso più al resto e la smetto.
A parte questo, abbiamo pitturato la cucina di giallo, sotto mio consiglio, anche se ai miei fratelli non garba molto ("Era meglio blu!" e blabla), ma io e i miei l'adoriamo, io sopratutto, e non smetto mai di far notare quanto sia così allegra, vivace, luminosa, e immagina in estate, come sarà bella! E il fatto che l'abbia scelta io, certo. Insomma, certi meriti vanno apprezzati.
Al corso di poesia ora ci fanno scrivere anche brani in prosa. Non accettano più di una pagina al computer, e io per farci stare tutto ho dovuto fare i margini stretti più che si poteva e usare un carattere che non ingrandisse troppo le lettere. Così ho scritto il mio testo - dalle nove alle dieci e mezza del mercoledì sera, per inciso -, e il giorno dopo l'ho portato. Però era troppo lungo da leggere lì, così i ragazzi se lo sono letti a casa, e quando mi hanno incrociata mi hanno fatto i complimenti per il bel lavoro. E' talmente gratificante. Il tema era l'Illusione.
Per il mese di dicembre voglio fare un sacco di giri in centro, che adesso stanno mettendo tutte le luci e gli alberi di natale e le decorazioni natalizie, e tutto è così bello e brillante che non posso starmene a casa (in una cittadina, tra l'altro, che il massimo che fa è mettere un albero rinsecchito con sopra qualche nastro nella piazza e agganciare due luci che vanno da un lampione all'altro).
E poi, voglio andare a teatro. Sì, a vedere i cori gospel e i balletti e ad ascoltare del jazz in qualche locale. E partecipare a degli eventi a Milano, non so, ne ho proprio voglia, organizzano un sacco di cose interessanti.
Cherry
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