Mia madre m'ha preso e m'ha chiesto se ultimamente stessi studiando abbastanza. Cosa mai successa, tra l'altro (che mi chiedesse una cosa del genere, dico). Beh, non l'avrei mai ammesso davanti a lei, ma aveva ragione, perché c'è stato un periodo, ultimamente, in cui passavo le giornate a fare un cazzo o ad uscire. Quindi niente, da quando me l'ha detto ho cominciato a pensarci seriamente, e mi sono resa conto di aver buttato all'aria un po' di pomeriggi. Poi lei ha tirato in ballo il fatto che sono sempre fuori coi miei amici o davanti al computer o a fare altro e mai a studiare.
Beh, no, infatti, c'aveva ragione. Per questo 'sta settimana l'ho passata quasi tutta sui libri, e se viene ancora a rompermi le palle comincio a ringhiare. E in effetti la cosa ha dato i suoi frutti: numero uno, mi sento un essere utile alla società e con un vago scopo nella vita; numero due, non sarò costretta a fare i compiti in metro o chiedere a G. di farmeli copiare (sempre in metro); numero tre, se in metro non riuscirò a fare niente perché non troverò nessun posto libero, non dovrò scopiazzare gli ultimi minuti prima che cominci la prima lezione; numero quattro perché mi sento meno in colpa per aver passato i pomeriggi a cazzeggiare.
Poi c'è la cosa del Carpe diem, o Seize the day o come volete chiamarlo; in effetti mi sono sempre chiesta come fa uno a vivere alla giornata. Cioè, a considerare una giornata come fosse l'ultima e blabla; insomma, come si fa? Cosa dovrei fare? L'ultimo giorno della mia vita vorrei passarlo con le persone che amo, sfogliando gli album di fotografie della mia esistenza, sorridendo molto. Poi vorrei che qualcuno si mettesse a cantare per me la ninnananna che mia mamma mi cantava quando io e mio fratello eravamo piccini; ricordo che si sdraiava nel letto di uno di noi e ci carezzava la testa e cominciava, con la sua bella voce che ti scalda il cuore:
C'era
una piccola,
margheritina...
Nata
da poco;
assai carina...
Diceva "Mamma,
voglio giocare...
ma sono sola,
ma sono sola,
che posso fare..."
E andava avanti, andava avanti, e io mi perdevo nelle sue ninnananne e m'addormentavo felice perché avevo una mamma bella che sapeva cantare ninnananne e un papà con gli occhi sorridenti che amava la mamma bella e un fratellino a cui volevo tanto bene.
Ecco, vorrei addormentarmi per sempre con qualcuno che mi sussurrasse all'orecchio le ninnananne della mamma.
C.
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