Okay, sto cercando il più possibile di attenermi al mio proposito, quello di postare più spesso, ma non è facilissimo.
Questa settimana il martedì eravamo a quell'incontro col sopravvissuto ai campi di concentramento, come già scritto qualche post fa; mercoledì, giovedì e venerdì abbiamo avuto autogestione. (pure martedì, a dire il vero, ma non eravamo a scuola). Ho partecipato tutti e 3 i giorni, è personalmente l'ho considerata un'esperienza da ripetere. Davvero un mucchio di cose interessanti; ho seguito un corso sull'omosessualità, dove c'erano dei ragazzi di un'associazione che ci hanno parlato delle loro esperienze (pure loro omosessuali), dell'integrazione di omosessuali, bisessuali, transessuali eccetera nella società, di come vengono considerati, delle storie che hanno alle spalle e un sacco di altre robe. Poi ho seguito un corso sulla condizione dei detenuti nelle carceri; uno sulla fotografia (molto bello); uno sulle cosiddette "maschere sociali", con un dibattito e scambio di esperienze personali sull'integrazione del singolo in una società caotica e conformista eccetera eccetera; un corso dedicato all'11 settembre, dove abbiamo visto un documentario e un prof della scuola ci ha parlato di possibili complotti da parte del Governo americano e tutta una serie di cose che comunque ci ha fatti ragionare tutti molto, e ci ha fatto venire pure un bel po' di dubbi sulle storie che probabilmente la gente s'inventa per nascondere la realtà.
Invece, settimana prossima, partiamo per Roma (sì, sono gasata)! Partenza il mercoledì mattina, ritorno al sabato sera. Treno. Camere da 4. Roma. Tutta la classe. Roma. Cazzo!
Poi probabilmente a quel concerto dei Simple Plan non ci vado più, causa forze maggiori.
Fede S. vuole farsi le punte blu, e probabilmente otterrà quello che vuole, perché è una che ottiene spesso quello che vuole.
Domani pomeriggio vado da G. Si fa la tinta rossa ai capelli e io la sosterrò moralmente. A proposito di G., un paio di giorni fa non avevo le chiavi e non c'era nessuno a casa, e così lei mi ha ospitata. Ormai praticamente vivo in pianta fissa a casa sua, ma tralasciamo. Dicevo, a proposito di G.: abbiamo parlato per 3 ore (non scherzo) di fila. Senza mai fermarci. Perlopiù discorsi seri (e, tra noi due, i discorsi seri non reggono praticamente mai, perché facciamo sempre le stupide e non facciamo altro che ridere e sfotterci affettuosamente a vicenda). Cioè, è stato fenomenale. Lei stava seduta sulla scrivania della sua camera, io sulla sua sedia girevole a giocherellare con i laccetti di quelle sue pantofole obbrobriose (glielo dico sempre, ma lei sostiene il contrario) che penzolavano dalla scrivania come le sue gambe. Se una delle due fosse stata un ragazzo, probabilmente avrebbero creduto ci scambiassimo effusioni amorose, ma chissene, voglio dire.
Vorrei farmi un altro piercing all'orecchio, ma i miei non cedono. Quando avrò diciotto anni, me ne farò almeno due, e potrò firmarmi tutte le giustifiche per le assenze che voglio, alla faccia loro, che voglio tenermi sotto controllo. Cherry non si tiene sotto controllo, miei cari.
Oggi ho avuto una partita. Mi sono sfracellata le dita, una ragazza m'è caduta sulla gamba mentre c'eravamo buttate tutte e due sulla palla, e m'ha fatto un male cane. Non avevo più fiato, credevo che le ginocchia avrebbero ceduto da un momento all'altro. Tra l'altro, abbiamo pure perso.
Estratto del diario cartaceo della sottoscritta: Punti deboli: ho questa spiacevole tendenza a dimenticare i nomi, soprattutto quelli dei personaggi di libri, film, o serie televisive, e la cosa è alquanto irritante.
Continuo a scrivere poesie. Dalla prosa mi sto prendendo una sottospecie di pausa, ma ho una di quelle paure insensate che ti colgono all'improvviso, ovvero quella di non saper più scrivere in prosa. Non voglio abbandonare la scrittura, e credo non lo farò mai, anche perché è una cosa che mi aiuta. Ma sono una di quelle persone fottutamente perfezioniste, della serie che se non hanno un'idea ben precisa in testa non si muovono di un millimetro. Poi magari ce l'hanno ma non le convince troppo, quest'idea, e allora non si muovono lo stesso di un millimetro. Non capisco perché io debba sempre pensare e pensare fino a trovare una storia. Perché non posso semplicemente lasciarmi guidare dalla penna e dal cuore? E' una di quelle cose che tutti dicono, del tipo Sì, mi sono lasciata trasportare, ho scritto così come veniva. Io mi sa che non la so fare, 'sta cosa. Io quando scrivo di getto poi rileggo tutto e correggo e riscrivo, e considero ogni singola parola come qualcosa di unico e importante, qualcosa che deve combaciare col resto per essere bello e piacere a me e agli altri. Scrivo sempre come se dovessi farmi pubblicare un racconto, solo che non ne capisco il motivo. Probabilmente prendo le cose troppo seriamente, ma non so cosa pensare. Non mi piace questo mio modo di essere. Vorrei essere più passionale, non so, in questo campo. Lo scrivere mi manca, però, e credo riprenderò presto. Quando sarò pronta, e la mia mano anche.
Mi mancano, i nonni.
Cherry
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