giovedì 19 aprile 2012

Ultimamente faccio parte di quella categoria di persone chiamata: i rifiuti della società.

Probabilmente è il tempo, a mettermi questa malinconia. Rispondo male alla gente e non mi va che mi chiedano come sto, anche perché non saprei rispondere.
Oggi c'è stata un'uscita scolastica alla redazione di un quotidiano, ed è stato molto interessante. Poi con G., R. e Fede S. siamo andate ad un centro commerciale a mangiare, poi siamo andate in biblioteca. Fede S. con la sua tessera (io lì non sono ancora iscritta, anche se penso lo farò presto) mi ha preso due libri, che sono l'Antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters e Caro Nessuno, di Berlie Doherty. Nella mia lista ci sono anche Il ritratto di Dorian Gray, da finire la biografia di Jobs e della Joplin, Questa storia, di Baricco, Il profumo delle foglie di limone, di Clara Sànchez, che mi ha regalato la mamma di M., Blue e un paio di altri che al momento non mi vengono in mente. Tra le mie letture più recenti ci sono Da qui vedo la luna, L'educazione delle fanciulle (scritto a quattro mani dalla Littizzetto - è una grande, quella donna, stima profonda - e Franca Valeri), I pesci non chiudono gli occhi e i quattro libri della saga Quattro amiche e un paio di jeans (anche Il Passaggio, ma quello non è più tanto recente). Poi avevo intenzione di vedere se in biblioteca hanno un libro di poesie di Saba, magari prendere qualcosa di Leopardi, e cercare Rivoluzione n° 9 di Muccino.
Vabbè, comunque. Quando sono tornata a casa mi sono messa a leggere, e alla fine m'è venuto sonno. Ho guardato fuori dalla finestra ed era tutto grigio e non avevo voglia di fare niente, così mi sono messa a dormire con gli Scorpions nelle orecchie e quando mi sono svegliata erano passate un paio d'ore e mio fratello era tornato da scuola. Ho mangiato una ciotola di cereali col latte e l'ultima fetta di pan carrè con la Nutella. Ancora non avevo voglia di fare niente; così, continuando a ripetermi che tra poco sarei andata a studiare per la verifica di inglese per domani, ho guardato alla tele i videoclip delle canzoni che davano e mi sono segnata un po' di titoli. Sono andata avanti a leggere, poi è arrivato mio padre e abbiamo mangiato la pizza io e lui e basta mentre guardavamo il telegiornale. Continuava a dire che i nostri politici sono tutti dei ladri e io lo lasciavo parlare.
Alla fine per le sette mi sono decisa ad andare a studiare, ma domani non so come andrà.
Davvero, non mi va più né di studiare né altro. Non capisco nemmeno che cos'ho, ma mi sento stanca, stanchissima, vecchia. Con le ossa rotte e tutto il resto, solo che domani mattina dovrò rimettermi in piedi e uscire di casa per vedere le stesse facce di sempre e fare le cose di sempre. Certe volte mi viene voglia di scappare e lasciare questa monotonia e noleggiare un camper o girare l'Australia in bicicletta o fare immersioni nella Barriera Corallina e semplicemente andarmene, correre via. Magari potrei chiedere a L. di venire con me, che oggi l'ho incrociata in metro e mi sembrava un po' strana.
Poi in questi giorni ho fatto poco e niente; ieri mi sono guardata Number 23 (che è strainquietante ma mi è piaciuto un sacco) su Youtube - Cristo, ora che non c'è più Megavideo la mia vita ha perso il senso, se mai ne abbia avuto uno -, con Jim Carrey, e i pomeriggi prima ho scritto e pensato un sacco, stesa sul letto, a guardare la pioggia e gli alberi di fronte alla mia finestra che ormai sono diventati belli verdi ondeggiare - è assurdo pensare che li ho visti trasformarsi, dall'autunno, che erano tutti rossi e gialli, poi l'inverno, che erano spogli e nudi come modelle scheletriche, e poi ora, che è tutto pieno di fiori - e quando è uscito il sole sono andata sul terrazzo ad abbozzare qualche poesia e guardare la gente che cammina e stare con la felpa e sotto il pigiama e Pulce che veniva a sedersi di fianco a me coi biscotti e il latte a cercare di leggere quello che scrivevo.

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