lunedì 11 giugno 2012

School is over.

Sì, tanto per riassumere la bella e stancante giornata.
Sabato 9 giugno non abbiamo fatto nemmeno un minuto di lezione, ma abbiamo festeggiato insieme a tutta la scuola. In classe abbiamo mangiato schifezze di ogni genere, poi nel nostro corridoio è passato un trenino lunghissimo di gente, quindi CONGA! Più andavamo in giro, ognuno con le mani poggiate sulle spalle di quelli davanti, più si aggiungevano ragazzi; alla fine ci sarà stata tutta la scuola (1000 persone e più). Una ragazza portava in giro lo stereo, quindi ci siamo messi a ballare nell'aula professori al piano terra, nell'atrio, lungo tutti i corridoi, davanti alle palestre, davanti alle classi, davanti agli uffici; la tappa finale è stata il giardino, che era stracolmo, e tutti abbiamo saltato e urlato e cantato e i ragazzi di 5^ iniziavano i cori e tutti giù a ripeterli. I maturandi di quest'anno ci hanno spruzzato litri e litri di spumante con le pistole ad acqua o direttamente dalle bottiglie (Qualcuno ci bagna. Io: - Ehi, sembra alcol! - Qualcuno che non ricordo, forse Fede S.?: - Sì, mi sa che è spumante! - *cominciamo a leccarci le braccia e ridere*), ed erano tutti in cima alle scale di emergenza, coi loro cartelloni appesi alle ringhiere per salutare il nostro liceo, come le quinte fanno tutti gli anni. E' stato bello, perché erano felici ed esultavano e noi con loro e intanto si passavano le bottiglie e bevevano a canna.
Siamo usciti tutti alla terza ora, dopo i gavettoni generali, e noi della nostra classe siamo andati al parco e siamo stati insieme per un paio di ore. Ho fumato per la prima volta; i ragazzi mi hanno fatto fare un tiro, e io ho tossito per tutto il tempo perché mi sentivo come se mi mancasse l'aria. Non mi è piaciuto, anche perché non aveva un buon sapore.
Comunque, tutti lì seduti in cerchio, abbiamo fatto gli scemi per un po'; i ragazzi ci buttavano nella fontana completamente vestite, e un po' di ragazze ci sono finite dentro e ne sono uscite tutte fradice e isteriche, mentre io me la ridevo alla grande e li aiutavo a buttarle dentro. Quando poi è stato il mio turno, li ho rincorsi per tutta la piazza urlando e ridendo, con tutta la gente che ci guardava e sorrideva ("Ah, la gioventù...").
Io, maglia larghissima del concerto di Bruce Springsteen nera coi jeans arrotolati fino alle ginocchia e le altre ci siamo messe al sole ad asciugarci e mangiare biscotti e wafer alla crema, mentre gli altri si arrotolavano erba e roba così, e ci passavamo di bocca in bocca le bottiglie di birra.
Poi io e altre ragazze abbastanza leggere siamo saltate in spalla ai ragazzi e loro hanno fatto una corsa e sono tornati indietro distrutti dalla fatica e io e le altre a ridere. Alla fine i ragazzi hanno fatto la lotta, io mi sono presa una granita alla pesca, ho salutato tutti abbracciandoli e baciandoli e loro mi stringevano e mi sollevavano per aria. E' stato molto molto divertente.
Con Y., G. e Fede S. abbiamo fatto un giro in centro e mi sono comprata un costume nero a due pezzi (i pezzi sopra dei costumi dell'anno scorso non mi vanno più! Che vittoria); poi, al ritorno, io e Fede S. ci siamo fermate a casa di G. Abbiamo mangiato un chilo di pesche in tre e un mucchio di ciliegie, poi, con la pancia piena e le gambe stanche, ci siamo sdraiate in tre sul divano della sala e abbiamo fatto un po' le coglione come nostro solito, facendo esasperare G.
La sera, per concludere una giornata interminabile, io, C. e alcuni compagni di classe siamo andati a mangiare a casa di Fede S. (ormai i nostri ritrovi son sempre lì) e abbiamo parlato per ore e ore e abbiamo mangiato l'amatriciana che aveva preparato Fede e poi ci siamo messi tutti sul divano della taverna e abbiamo parlato di musica e fatto un mucchio di discorsi seri.
A mezzanotte i ragazzi se ne sono andati, e io e C., che siamo rimaste a dormire da Fede, abbiamo continuato a parlare un po', poi siamo morte dal sonno con Fede proprio sul suo divano, e la notte abbiamo avuto freddo ma una sola coperta, per cui io e C. continuavamo a tirarla ognuna dalla propria parte e alla mattina ci abbiamo riso su. Dopo colazione ci siamo rannicchiate sotto la coperta, sul divano, sempre in taverna, e abbiamo guardato un horror tenendoci per mano e con i cuscini pronti da mettere davanti alla faccia nel caso di bisogno.
Alla fine ho accompagnato C. in bici alla fermata dell'autobus, facendole fare prima un giro turistico del buco di città in cui vivo. Le ho fatto vedere casa mia e abbiamo rischiato di farci tirare sotto un paio di volte, ma alla fine siamo sopravvissute.
What a day!

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