mercoledì 18 luglio 2012

Sabato 16 giugno 2012.

Oggi sono andata a quella festa di inizio estate organizzata da un'amica di L.
Musica, un casino di gente (40 in tutto?), da mangiare e da bere, giochi a squadre (gioco della mela, della carta, tiro alla fune, gioco della puttana - bisognava travestire un ragazzo di ogni squadra da battona coi vestiti delle due sorelle che hanno dato la festa; il, ehm, la più fica vinceva; da morir dal ridere!). Ho ballato un sacco, ho ballato con un paio di ragazzi, ho ballato con L. e mia cugina (sì, avevo portato anche lei, che, poverina, non capisce una parola di italiano, ma si è divertita lo stesso). Ho conosciuto un mucchio di gente nuova. Il finale è stato tutti in cerchio seduti sul prato a cantare, mentre uno dei ragazzi suonava la chitarra; al centro c'era una candela, il nostro piccolo falò. Abbiamo abbrustolito i marshmellow (fanno un odore dolcissimo, quando bruciano) e ci siamo sdraiati l'uno sull'altro a guardare il cielo notturno e inventarci nomi per le stelle e raccontarci storie.

Entrando nel giardino, avevano messo un cartello con su scritto: Beach party without beach.


I giorni seguenti li abbiamo passati coi cugini; li abbiamo portati a spasso per Milano e sui laghi e su in montagna.


Mercoledì 20 giugno 2012
23:03 - Ultimissime ore dei miei 15 anni.
Tutti mi danno sui nervi; avrei voglia di sbranare qualcuno. Non sopporto quando qualcuno mi tocca, o mi sfiora, anche per sbaglio. Non sopporto il caldo. Voglio stare da sola, cazzo. Però 'sta casa è troppo piccola e io ci soffoco e c'è troppa gente. Ho caldo.


Giovedì 21 giugno 2012

Tanti auguri! Appena sveglia, ho trovato un regalo di compleanno. Era in bagno. Era nelle mutande. Era il fottuto ciclo, merda.
Ho avuto nausea e mal di pancia tutta la mattina, e proprio oggi mia madre ci ha portati tutti alle giostre. Faceva un caldo pazzesco, e io avevo i brividi. Mi sentivo proprio malata. Come quando ho la febbre; checcazzo, perché sono nata donna?
Ad un certo punto, stavo per dare di stomaco in mezzo a una stradina. Mi sono ricacciata il vomito in gola, e mi è venuto ancora di più da sboccare.
Alla fine ho preso una pastiglia e mi sono addormentata sotto un pino; dopo mangiato ho raggiunto fratelli e cugini, e ci siamo divertiti un mondo (e finalmente le mie sofferenze erano arrivate ad una conclusione).
Alla sera, m'è tornato lo scazzo da sindrome premestruale di questi ultimi giorni. Mangiata la torta e aperti i regali, mi sono chiusa in bagno. Ho pianto sotto la doccia - ormai mi nascondo sempre, per frignare senza che qualcuno venga a rompere; ormai però ho 16 anni; non sopporto che i miei mi vedano in lacrime. A 16 anni non si piange più, e a nessuno frega se sei un'adolescente coi nervi a fior di pelle e l'umore instabile. E se sei lunatica. E se sei una quasi donna con le sue cazzo di cose - ed ero così nervosa che avrei preso a pugni qualcuno.
E mi dicevo checcazzo, S., non si piange il giorno del proprio compleanno. Non dovrebbe essere un giorno felice? Mi sono ricordata (sotto la doccia) del mio nono compleanno, quando mio fratello mi aveva svelato il regalo prima che lo aprissi. Io volevo la sorpresa. E quella volta me l'ero presa con mio fratello e con me stessa, perché ero una bambina ragionevole, e mi ero detta che ai compleanni non si piange, e che non l'avrei più fatto. Il punto è che promesse del genere (sopratutto fatte a se stessi) sono difficili da mantenere. Quando le lacrime arrivano, arrivano, e, le mie, non le ferma più nessuno. Sembra che, almeno una volta al mese, il mio organismo debba espellere tutto il dolore, tutta la rabbia, tutto lo stress, tutto il nervosismo, sotto forma di lacrime. Ed è una cosa fastidiosa, perché non sopporto piangere.
Era notte ed ero stanca ed ero nervosa e debilitata e mi stavano sulle palle tutti, soprattutto Pulce. E mi sentivo incompresa e sola e sbagliata e infantile e incapace di controllarmi.
Come ciliegina sulla torta, ho scoperto per puro caso che le ragazze mi stanno organizzando una festa a sorpresa. Adesso, come al mio nono compleanno, sono incazzata: io non volevo mica saperlo!
Okay, fanculo, ora ho 16 anni. In America avrei già la patente.

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