1) Mi piace questo dicembre così freddo, soprattutto la mattina quando mi alzo e passo davanti alla cucina con gli occhi assonnati e vedo che la mamma ha preparato tre bicchieri (sempre quelli riciclati dai barattoli di Nutella) di spremuta d'arancia. Oggi le ho chiesto: ma le spremute sono una per me, una per te e una per papà? E lei mi fa no, sono una per te una per papà una per il nonno. E ogni volta resto sorpresa da questa enorme bontà che mia madre ha dentro e che non si fa problemi ad esternare - sarà anche banale, ma ha rinunciato ad un'ottimo concentrato di arancia fresca per sua figlia, suo padre e suo marito. Io lo farei? Probabilmente no: sono troppo egoista per reggere il suo confronto -.
2) Mi piacciono il Natale, le decorazioni, le luci, i regali, l'atmosfera. Il ponte appena passato abbiamo tirato fuori il vecchio albero di plastica e l'abbiamo montato e riempito di palline e addobbi collezionati anno dopo anno, quelli rossi e oro e argento che stanno chiusi negli scatoloni di cartone in cantina 11 mesi su 12 - non è triste? - Io ho portato giù nel salone grande il mio stereo e ho messo su i dischi con le canzoni natalizie (mi riempiono di una gioia talmente grande, sapete, di quelle che riportano indietro nel tempo ai 7 anni).
3) Mi piace pensare che esistono e sono esistite persone che la vita non si sono limitati a viverla superficialmente, ad occhi socchiusi, ma se la sono chiesta, si son fatti domande e hanno scavando nel profondo del mondo. Queste persone, ecco: io vorrei assomigliarci un pochino (anche da lontano).
4) Mi piace andare in biblioteca e curiosare tra gli scaffali, sbirciando i titoli finché non c'è quello che cattura la mia attenzione. Mi piace anche l'enorme sala di lettura dove mi metto a studiare, qualche volta dopo scuola, spalla spalla con un mucchio di universitari che scrivono tesi al pc o si preparano per un esame. Arrivo nel silenzio e mi sento uno scricciolo di cucciola d'uomo in confronto a loro; mi cerco un angolino per me, sistemo libri, appunti e quaderni, penna nera di qua, a portata di mano, matita ed evidenziatore di là, e mi butto dentro la Divina Commedia, l'epic poetry, la filosofia greca o qualunque cosa io debba fare, per poi alzare lo sguardo qualche volta ad osservare il ragazzo di fronte a me che sbuffa o quello a fianco e tutti gli altri in fila uno dietro l'altro. Poi magari lascio scivolare i pensieri fuori dalle finestre, nel cielo scuro invernale, e mi sento serena.
5) Mi piace la neve (fin quando non devo camminarci dentro). Qualche giorno fa ha nevicato. Era già cominciato il ponte, e allora in casa tutti a dire oh, la neve! Venite a vedere, venite! E allora tutti e cinque schiacciati contro il davanzale, coi nasi appiccicati ai vetri della finestra del salone, a fissare i primi fiocchi bianchi e timidi.
Neve, neve... peccato sia durata così poco; mamma dice che tornerà questo venerdì. Quel primo giorno di neve stavo lì imbambolata a guardarla da camera mia, e mi trasmetteva un bizzarro senso di pace, quasi fossi rinchiusa in una bolla di ovatta.
6) Mi piace (molto) il libro che sto leggendo ora. Si chiama Cos'è una ragazza, di Alain De Botton. Me lo divoro nei viaggi casa-scuola e scuola-casa (e anche mentre pranzo e nelle pause studio, se per questo).
7) Mi piace la Fiera dell'Artigianato. La fanno tutti gli anni, la prima settimana di dicembre, qui a Milano: ormai è diventata una tradizione. Giovedì c'era l'interrogazione di letteratura inglese e io non avevo studiato niente, così ho deciso che non mi meritavo un 2 e ho optato piuttosto per un alternativo apprendimento dei valori culturali che l'istituzione scolastica dovrebbe trasmetterci attraverso la partecipazione a codesto evento di proporzioni megagalattiche organizzato a Rho-Fiera.
Quindi niente, ci sono andata. C'ho passato la mattina, se volete saperlo (non prima di aver fatto un giro per i giardini di Porta Venezia, però). Già (avevo anche la faccia ghiacciata). La cosa buffa è che la gente, da me, non si aspetta cose tipo bigiate; infatti, quando qualcuno in classe è venuto a saperlo, ha fatto una faccia così e ci siamo messi a ridere ("Ah, vecchia birbante..."). Mi diverte, sapete, sorprendere le persone. Come quando a quella festa a Parigi ho diviso una canna con la mia corrispondente e un'altra ragazza (poi, contro le mie volontà, il giorno dopo l'hanno saputo tutti i miei compagni, ma pace). Insomma, che c'è di male? Volevo provare. E' noioso essere sempre quella che gli altri vogliono che tu sia. Mi lasciate respirare, grazie? E' già poco divertente il fatto che io sappia di essere abbastanza matura e consapevole eccetera da non lasciarmi prendere dalla cosa ed esagerare, trasformandomi in una tossicodipendente (non che io voglia trasformarmi in una tossicodipendente, sia chiaro). So darmi dei limiti. Oscar Wilde una volta ha detto "Ogni impulso che soffochiamo ci avvelena l'esistenza". In seconda liceo me l'ero scritta sulla copertina verde del diario di scuola.
Non sopporto deludere le aspettative, ma neanche essere plasmata da mani e volontà che non siano le mie. "Sii artefice del tuo destino", ecco. Non voglio essere omologata a mille altre persone. Ho una testa e non ho paura di usarla.
8) Mi piace l'atmosfera della Fiera dell'Artigianato, sì; le bancarelle di artigiani da tutte le parti del mondo, i ristoranti tipici, i prodotti locali, la musica, le persone.
9) Mi piacciono le persone, il modo in cui ognuna sia in qualche modo differente dall'altra, in maniera incommensurabile; i vizi e i pregi di ognuno, il modo in cui ogni mente lavora - lui le pensa, queste cose che penso io? Chissà se sorride sinceramente o fa finta. Chissà qual'è la sua storia. Da dove veniamo, e perché siamo tanto uguali quanto tremendamente diversi, lontani anni luce uno dall'altro? -. Le domande. Ultimamente me ne faccio un sacco, di domande (pure troppe. In continuazione). Penso, penso e penso, e cerco di capire me stessa e il mondo. Per esempio, ho pensato a cosa fare all'università; piano piano arriverò ad avere una risposta sicura alla frequente domanda (che mi viene posta da quando avevo 5 fottutissimi anni)"Cosa vuoi fare dopo il liceo?" Per ora, ecco le alternative: lettere, filosofia, letteratura straniera, antropologia, psicologia (?), storia. Mi sono anche documentata, sul sito della Cattolica.
10) Mi piace il fatto di scoprirmi un'altra persona rispetto a quella che ero metà anno fa. Mi sono stravolta, checcavolo. Io mica ero fatta in questa maniera (né psicologicamente né fisicamente, se vogliamo dirla tutta), in seconda liceo. Qualche volta un po' mi spavento.
11) Mi piace riuscire a giocare, finalmente, bene. Il dolore alla schiena poco a poco se ne sta andando; è meraviglioso, ecco cosa. Ieri ho tirato giù certe schiacciate che non vi dico. Sto diventando più brava dell'anno scorso; questo cambiamento mi farà bene.
12) Giorni come quello di oggi, in cui il futuro mi sembra meno oscuro e nebbioso e lontano del solito, crescere mi piace. Mi piace osservarmi da fuori e da dentro, da tutti i lati, alla ricerca di quella cosa che sta cambiando, e che forse rimarrà così per sempre o forse no. Mi piace l'introspezione, perché so che tasti toccare, dato che mi conosco; so dove farà male e dove è meglio ripassare un altro giorno. So dove ci sono le ferite che bruciano di più, e dove invece posso continuare con la mia ricerca. In più, non c'è nessun naso curioso ad invadere il mio territorio. Sono io a tu per tu con me stessa (non che questa affermazione abbia senso).
13) Nessuno mi conosce meglio di me, e questa è un'altra cosa che mi piace.
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