martedì 29 marzo 2011

Un panzerotto, gelato al caramello e tanti piedi e tanti occhi

Ecco, oggi ho fatto la famosa cosa che dicevo in un post di qualche secolo settimana fa.
Sì, che volevo andare al centro commerciale, da sola, a fare quello che mi pare.
Non che il centro commerciale sia una grande meta o chissà che cosa, ma è l'unico posto decente che ci rimane, a noi giovani esiliati in questa cittadina di provincia, escludendo le bellezze di Milano eccetera. Solo che nella mia città non c'è proprio una pippa, e la fauna di giovani si divide in tre categorie:
1. Quelli che stanno nel buco qui a far niente; soltanto girare e girare (a pensarci ci sono dei bei parchi, sì, ma niente di più, fidatevi)
2. Quelli che vanno al centro commerciale
3. Quelli che girano a Milano perchè qua dentro soffocano
(Ah, e poi quelli che girano a Milano solo per farsi fighi, ma questa è un'altra storia).

Beh, sì, dicevo che sono andata a questo centro commerciale, subito dopo scuola. I miei credevano che mangiassi con due mie amiche (che poi sarebbe dovuto essere proprio così, ma ovviamente nessuno mi aveva avvertita che alla fine non se ne faceva più niente - fino a stamattina).
E, mh, sì. Centro commerciale, subito dopo scuola. Ormai lo conosco come le mie tasche, ma vabbè. Comunque, prima tappa il bagno, mi stava scoppiando la vescica la libreria. Coi risparmi che mi ero messa da parte mi son comprata finalmente La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano. Anche se ancora mi mancano da finire i Sessanta racconti, per la scuola, e Bar sport, di Benni, sempre per scuola.
Non so, mi son sentita realizzata, come se avessi finalmente raggiunto la mia più grande ambizione, facendocela solo con le mie forze.
Dopo son salita al piano di sopra, col mio zaino aggrappato alle spalle e il giubbotto sul braccio (un caldo della miseria). Un po' di ristoranti erano pieni, o quasi pieni, e dato che non mi andava di fare la fila e robe così, mi sono fiondata al bancone di una focacceria e ho chiesto un panzerotto. Coi wustel, sì, mi andava ed era pure buono e il tizio che me l'ha servito mi ha aggiunto anche un altro mezzo panzerotto. Forse gli facevo pena? Oppure voleva solo farmi un piacere, forse quella è stata la sua buona azione del giorno, fatta così, per star meglio con se stesso. O forse perchè ero l'unica cliente e si è sentito in debito con me, che ne so.
Comunque ho preso 'sto panzerotto e una bottiglietta d'acqua e mi sono seduta su uno di quegli sbagelli alti e ho mangiato guardando le persone che camminavano tra i corridoi del secondo piano. Erano un sacco di persone, con altrettanti piedi, ma non erano poi così tanti. Cioè, lì, personalmente, ho visto di meglio.
Ora però non capisco perchè in tantissimi mi guardassero con uno sguardo strano. Cioè, è strano che una quattordicennequasiquindicenne se ne vada in giro da sola? Andiamo, gente, una volta può andare. E chissenefrega, lasciatemi fare.
Dopo il panzerotto e il sorriso del tizio che stava dietro al bancone che mi ha dato un bicchiere per l'acqua, ho vagabondato tra negozi e corridoi. Credo sembrassi mezza brilla, dato che ondeggiavo, tipo. Ma che ne so. Mi sono sentita leggera, bene, in pace, e questo mi basta.
Ho comprato un orecchino che credevo fosse per le orecchie, ma poi, dopo averlo pagato, ho scoperto un piercing per il naso. Cioè.
Per questo mi sono fiondata un altra volta nel bagno, a vedere se riuscivo a infilarlo in almeno uno dei 3 buchi, ma nada. E così niente, vabbè.
Un altro piccolo giro, con un signore che mi ha squadrata dall'alto al basso col suo sulla sua testa pelata a forma di uovo, tre indiani che mi guardavano strano e un altro che credo abbia fatto un apprezzamento (tipo col labiale, ma sussurrando appena). Sì, c'erano tantissimi, un mucchio di occhi diversi. Alcuni proprio belli, devo dire.
Mi sono presa poi un gelato col caramello, buonissimo, e me lo sono mangiata mentre camminavo verso la fermata dell'autobus. Ho aspettato quasi 10 minuti, poi il pullman è passato, io sono salita mezza sciolta per il caldo (faceva proprio caldo, che bellezza!).
Però, ecco, niente, non dite a nessuno di questa cosa. E' un segreto solo mio e vostro, di voi che leggete e non mi conoscete dal vivo, ma al contrario avete davanti agli occhi me stessa, completa, spoglia, tutta tra queste righe.

Ah, e sì, è davvero bello ascoltare vecchi dischi, di quelli che non sentivi da mesi e mesi, e forse anni. Commuovente, da farti sciogliere gli occhi e il cuore.

RedCherry

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