giovedì 27 ottobre 2011

Non so, c'è questa cosa di Halloween

E per questa occasione sono stata invitata a vedere un film horror, andare a due feste, andare al cinema, andare in un locale, andare a dormire da M. con L. - sì, ora sono una popolare, cioè, spacco proprio. No -.
Credo opterò per l'ultima opzione.
Il fatto è che quando cresci di Halloween non sai più che fartene. Insomma, che ti travesti a fare? La cosa poi mi sembra pure patetica, però un po' mi manca.
Come quando, a nove anni, ho smesso di giocare assiduamente con Barbie e bambole e tutta quella roba là, però un po' mi mancava, ma un po' proprio non ci trovavo più niente di così meraviglioso.
Poi quando vedo il nonno che sorride in quel modo mi viene da piangere perché a me sorrisi del genere non li fa da anni, può darsi che io sia una persona che dà problemi, non so, ci sono certe persone che ad un certo punto smettono di guardarmi, di salutarmi, di parlarmi, così, in un modo che non capisco bene perché che cos'ho fatto quando l'ho fatto. Insomma, è una cosa brutta, mi sembra di avere delle allucinazioni, o di essere un'allucinazione, io stessa, un'allucinazione; meno male che c'è L., meno male che c'è lei, lei c'è sempre, Halloween c'è sempre ma dopo un po' diventa sbiadito, L. invece c'è sempre e non si sbiadisce mai, è sempre bella, nitida, bella, bella, i sorrisi del nonno ci sono, non per me, però ci sono e qualche volta faccio finta che siano per me, faccio anche finta che i cantanti scrivano le loro strofe per me, che i poeti inventino i loro versi pensando che un giorno li leggerò, che il sole sia lì a guardare me, solo me, faccio finta che sappia che qualche volta, un po' di calore, serve anche a me. Dentro e fuori e sulla pelle e fino in fondo al torace e nelle ossa.
Poi mi succede una cosa strana, perché ogni volta che comincio a leggere un libro nuovo prendo a scrivere come l'autore del libro in questione. Tipo che un po' mi sembra di fare periodi lunghissimi come Baricco, che è veramente geniale, veramente geniale. E quando comincerò un altro libro un po' della storia che leggerò mi si tatuerà sulla faccia e allora comincerò a scrivere in un altro modo, ma sarà solo una cosa leggera, leggerissima, che quasi non si nota. Non sarà sbiadita, o nitida, o bella, o sfuggente; ci sarà, sì, ecco, però così piccola che nessuno riuscirà a stringerla in un pugno.
Che poi ho sempre adorato il proverbio Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare, non so, mi ha sempre caricata, mi ha sempre dato una scintilla di energia, mi è scorsa nelle vene come elettricità.
Ora ho sonno. Mio fratello non ha più i due incisivi davanti e se ne vanta un sacco. E, mh, c'è un po' di malinconia, oggi c'ho un po' di malinconia addosso, si vede che ce l'ho? Sì, si vede che ce l'ho.

Cherry

Nessun commento:

Posta un commento