E un po' era anche l'ora, insomma, è uno di quei freddi rigeneranti che ti svegliano il cervello la mattina presto, quando esci di casa.
A scuola ci sono state le presentazioni delle liste, eravamo prime e seconde e riempivamo tutta l'aula magna, faceva caldo, volevo aprire la finestra, ero proprio seduta sul calorifero, ma G. non faceva altro che lamentarsi che aveva freddo, ti prego, chiudi, chiudi, dai!
La maggiorparte delle lezioni le passo scrivendo, strappo dei fogli dal diario e li riempio di frasi, canzoni, girigori, poesie - sto cercando di scriverle, ce la sto mettendo tutta -, pezzi di racconti, pezzi di vita e pensieri, ed è bello perché i miei due compagni di banco non sono del genere rompipalle, tipo cosa-stai-scrivendo? a tutte le ore del giorno. Loro sono bravi. C. sta sulla mia destra e per esempio lei disegna un sacco, disegna tantissimo, ed è bello perché quando la vedo tirare fuori il suo blocco e lei disegna io non la disturbo, me ne sto in disparte, e quando io scrivo lei fa lo stesso, se ne sta in silenzio, mi guarda, ma non prova neanche ad allungare il collo per sbirciare, sa che non mi piace, mi capisce, perché sa che bisogna stare concentrati, su certe cose; mi sembra un po' una solidarietà tra giovani artisti, qualcosa del genere, e poi lei è bravissima sul serio, a disegnare, fa certe cose spettacolari che io la guardo e rimango a bocca aperta. L'altro mio compagno di banco sta alla mia sinistra, è un bravo ragazzo, ha sempre quintali di gel nei capelli che li fa sembrare aghi o pungiglioni, non saprei, lo chiamo scherzosamente porcospino, poi è uno che non si fa problemi a farsi canne, insomma, certe volte entra in classe con due occhi così, mi fa ridere, mi racconta le sue cose ma non s'impiccia, e io non m'impiccio, odio la gente che s'impiccia.
Cioè, si vede che sta arrivando l'inverno, quando esco di casa mi si gonfiano i capelli e mi viene il naso rosso, non lo reggo, tutto rosso, e 'sta settimana s'è trasferita sulla mia faccia un'allegra famigliola di brufoli, genitori e qualche figliolo, vorrei che pagassero almeno l'affitto, ma manco quello fanno. Che due palle 'sti brufoli.
Poi fuori in questi giorni è tutto coperto dalla nebbia, nella mia zona ce n'è sempre un sacco, d'inverno, sembra che gli alberi sbuchino dallo strato fitto di nebbia e si allunghino verso l'alto quasi a dire dov'è il sole, vogliamo il sole, fa freddo. E io li vedo dalla finestra di camera mia, che si allungano e si stiracchiano e coi rami vogliono toccare la parte più alta del cielo.
Ieri si parlava di matrimoni e allora a mia madre è venuta una di quelle idee che la rendono felice per giorni e m'ha trascinata in camera. Mi ha fatto provare il vestito della nonna, della nonna!, sarà stato di almeno 60 anni fa, sì, sarà stato degli anni Cinquanta ed era blu, blu!, per il matrimonio, un modello particolare, e abbiamo scoperto che a vent'anni la nonna aveva il mio stesso fisico, era sottile come me, solo con le spalle più larghe e un po' più alta. Com'era bella, la nonna, peccato che io non sia neanche riuscita a conoscerla.
Ho anche provato il vestito di matrimonio della mamma, il suo era bianco e corto fino al ginocchio, s'era messa pure un cappello, era così bella anche lei, vorrei essere come loro due.
Ho indossato due generazioni, ragazzi, che storia. E ho detto a mamma che se li teniamo da parte poi li farò provare pure alle mie figlie, se ne avrò, e sarà bellissimo.
C.
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