Più passa il tempo, più mi accorgo quanto liceo e scuola media appartengano a due mondi diversi.
L'ambiente e le persone sono completamente diverse, ma okay, si ritiene che la gente, almeno un po', cresca, no? Ma a parte questo, è tutta un'altra cosa.
Se sei brava e i prof capiscono che hai un cervello, ritieniti fottuta, perché non ci saranno "brava" per te, perché vorranno sempre di più, sempre di più; perché nessuno ti incoraggia; perché se farai un'interrogazione da sette ti metteranno sei, magari come quello che non studia mai, e ti roderai il fegato per giorni e giorni; perché loro ti diranno "da te mi aspetto di più", perché non ti faranno complimenti, perché continueranno a fare in modo che il tuo potenziale sia spinto ai massimi livelli; perché tu ti ammazzerai di studio e non sarà mai abbastanza (mentre per altri ragazzi sarà già "più che buono").
Quando ero alle medie ero quella sempre elogiata dai professori, quella da prendere in esempio, quella che veniva riempita di complimenti, quella che prendeva sempre voti alti (e tra l'altro è stata una cosa sbagliata, da parte loro, perché immagino che i miei compagni mi abbiano ritenuta odiosa in più di un caso anche se non avevo fatto nulla).
Cominciato il liceo è stata una faticaccia (e lo è tutt'ora), perché i nuovi prof mi avevano inquadrata (conseguenze? Tutto ciò elencato qualche riga più sopra). Ovviamente c'era e c'è molto, ma molto di più da studiare (alle medie in pratica non facevo un cazzo e me la cavavo più che bene), da metterti in gioco, da dimostrare quello di cui sei capace, anche perché il liceo, comunque, in ogni caso, ti spinge a livelli superiori e non si accontenta. Aggiungiamoci pure il fatto che io abbia dei prof che si tengono bassi di voti, e siamo a cavallo.
Comunque, tenendo conto di avere medie più che dignitose in ogni materia, mi sono toccati pure i miei 5. Ma sapete cosa? Ci sta; è giusto. Perché mi sono resa conto che, a prendere sempre 9 e 10 (che ora mi sogno, proprio) come ci abituano alle medie, non si va da nessuna parte. Ché le insufficienze fanno capire che tutti, tutti, possiamo crollare; che non ci sono solo soddisfazioni, nella vita; che le belle cose bisogna conquistarsele; che ci sono alti e bassi, sempre e comunque; che bisogna imparare a rimediare.
Ora, io sto sempre a lamentarmi, ma devo anche dire che la scuola è davvero una preparazione per la vita dei grandi là fuori. Credo anche che mi stia facendo crescere e maturare molto, e mi fa ragionare sulle cose, e mi fa capire come farmi un'idea mia.
Cioè, diciamocela tutta: per quanto gli altri possano dire di tenerci, alla nostra istruzione, al nostro futuro, siamo noi quelli che devono fare in modo che le cose funzionino.
Solo qualche anno fa ero convinta che ai professori, alla gente, importasse davvero il mio rendimento scolastico. E per questo mi impegnavo tanto, e non volevo deludere nessuno. Cosa ho capito? Che non è affatto vero. Alla fine, sapete cosa?, la scuola, questa fottuta scuola che non facciamo altro che insultare, resterà solo un ricordo, un giorno, sarà lontana, solo una manciata di anni, e magari ci chiederemo perché ci fossimo fatti tutti quei problemi sull'andare per forza bene (io me lo chiedo ora, ripensando alle elementari, per esempio). La scuola è importante, sì, ma non poi così tanto.
Alla fine siamo noi che dobbiamo renderci importanti, e rendere importante quello che facciamo e che pensiamo.
Occazzo, non avrei mai pensato di dire qualcosa di positivo sulla scuola. E sì, dopo tutte queste belle parole ora avrei voglia di buttarmi da un ponte se penso alla settimana disastrosa che mi aspetta: verifica di italiano, latino (ultimissima versione della mia vita, what a fuck yeah), storia dell'arte, matematica, interrogazione di storia, scienze, latino (ultima interrogazione, che bellezza) e vai con l'ultima ECDL dell'anno.
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