martedì 1 maggio 2012
L'ultimo viaggio delle Scarpe Viaggianti.
Ebbene, questi tre giorni li ho passati al mare. E' sempre bello andarci, anche perché ritrovo tutte quelle cose, quei profumi, quei ricordi che mi hanno fatta sentir bene da sempre. Credo che sia uno dei periodi migliori dell'anno, quello passato al mare, insieme a quello trascorso in Marocco.
Il fatto è che non ha fatto altro che piovere; sono due settimane che non fa altro che piovere. Almeno, a Milano. Poi sabato sera sono andata alla festa di compleanno di C. e faceva caldo come se fosse estate, e la cosa è stata sorprendente perché faceva buio. Poi domenica siamo partiti io, Pulce, mio fratello e mia mamma e al mare abbiamo trovato brutto tempo. Cristo, non ci capisco più un bel niente.
Non abbiamo fatto altro che fare passeggiate in lungo e in largo; sulla spiaggia quasi deserta abbiamo giocato a palla e Pulce si è riempito di sabbia. Ho trascinato tutti in libreria (un'altra cosa bella di quando andiamo al mare è che sempre, in qualsiasi circostanza, compro un libro, spesso nella libreria di quel tizio che sembra Giovanni Mucciaccia) e ho preso Perdersi, di Lisa Genova, ed è la storia di una donna che scopre di avere il morbo di Alzheimer. Per la serie sì, dai, teniamoci allegri, eh. Risultato: ho passato il pomeriggio di lunedì a leggere - saranno state sei ore di fila, più quello che avevo letto la sera prima - fino a finire il libro (qualcosa come 300 pagine) con le lacrime agli occhi e un mal di testa feroce. Non avrei mai pianto per un libro davanti ai miei fratelli, anche perché mi avrebbero sfottuta a vita, ma state sicuri che, se fossi stata sola, l'avrei fatto (tanto per darvi un’idea della drammaticità del racconto). Poi ieri sera non ho fatto altro che ripensare alla storia, e a sentirmi triste e a immaginare come sarebbe se capitasse a me.
Comunque, è un libro che merita, fidatevi. L'ho trovato ovviamente commovente, e anche molto toccante e bello. E interessante, perché ti fa vedere la malattia da un'altra prospettiva.
Domenica sera invece siamo andati al cinema a vedere Quasi amici, ed è piaciuto molto a tutti e tre (Pulce si era addormentato, come tutte le volte che andiamo al cinema la sera) e pure a tutta la gente della sala, anche perché non facevano altro che ridere forte. Quando siamo usciti, mamma aveva gli occhi umidi e mi ha intenerita, perché forse da lei uno non se lo aspetta, ma si commuove facilmente.
Poi niente, ecco, lunedì mattina abbiamo passeggiato sotto la pioggia fino ad un paese vicino, col mare scuro e pieno di onde e il cielo grigio, e nel primo pomeriggio di oggi eravamo a casa, ancora con questa pioggia dimmerda.
Ah, sì; credo che non porterò più da nessuna parte le mie vecchie scarpe, perché hanno la suola spaccata e in questi giorni si sono infradiciate e riempite di sabbia. Però sono contenta di averle portate anche al mare. Tra l'altro, non so, è come se simboleggiassero questo ultimo mio anno, conoscessero tutti i posti che ho visto e tutte le persone che ho incontrato e sapessero quanto sono cambiata. Credo che la loro ora sia arrivata (mia mamma continua a ripetermelo da un sacco di mesi, ma vabbé); le metterò da parte. Mi piace pensare che un giorno mi capiteranno di nuovo tra le mani e mi verrà da sorridere a ricordare tutto questo mio pezzo di vita.
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