Ne abbiamo parlato, io e C., e siamo
convinte che questo nostro terzo anno di liceo - ci stiamo cagando sotto, per
la terza - succederanno un mucchio di cose, ci saranno svolte importanti.
Crediamo che faremo tante cazzate, ci divertiremo, come è giusto che sia, ma
crediamo anche che impareremo qualcosa che ci rimarrà dentro, che saremo più
legate che mai, che cresceremo e faremo sbagli e piangeremo, sì, ci saranno
lacrime; ci saranno risate, ci saranno ricordi. Balleremo ancora nei negozi,
come abbiamo fatto quest'anno; rovisteremo tra i capi d'abbigliamento più
originali degli scaffali e ci vestiremo di gonne troppo lunghe, stivali
colorati, cappelli e baschi e sciarpe, e ce li metteremo e faremo le sceme allo
specchio, mentre tutti i clienti ci fisseranno. Ancora usciremo, io e C., e
andremo alle Colonne e ci sederemo lì sulla pietra e staremo in silenzio - la
cosa bella, con C., è che ci sono momenti per parlare e momenti tranquilli,
senza parole, che nessuna delle due si sente in obbligo di riempire; ci sono
silenzi giusti, sapete, di
quelli che fanno bene all'anima - e guarderemo il cielo; sarà autunno o inverno
o primavera, non importerà, il cielo lo guarderemo lo stesso.
Faremo cose che già facciamo, come
ascoltare per ore i The Pretty Reckless sdraiate sul letto, o parlare del
futuro e chiederci cosa saremo diventate.
Ci siamo avvicinate molto, io e C.,
quest'anno, questi ultimi tempi. Abbiamo imparato a conoscerci, e adesso ci capiamo al volo. E'
bello, con C., perché abbiamo un modo di pensare simile; sappiamo che ci sono
momenti per spassarsela, e i momenti sono questi, proprio questi giorni mesi
anni, che, dice sempre lei Non
torneranno più, S., non torneranno più. E dobbiamo goderceli, siamo
d'accordo entrambe. Io e C. sappiamo ascoltarci.
C. ti dice sempre, sempre e
comunque, quello che pensa, anche se poi tu ci stai di merda; C. si perde in
qualche indefinito posto dell'universo e vaga coi pensieri e con lo sguardo, ed
è capace di lasciarti parlare a vanvera per un sacco di tempo prima di essere
richiamata sulla terra - in questo, assomiglia a L. -; a C. non piace il
contatto fisico con la maggiorparte delle persone, e le ci vuole tempo per
lasciarsi andare del tutto; C. odia l'amore, i matrimoni e le coppiette, e dice
che non si sposerà mai; C. è per le scappatelle, le "botte e via"; C.
ti saluta con un abbraccio, perché odia i bacetti sulle guance; C. odia quando
la paragonano ad un angioletto per i suoi occhi azzurri e la pelle chiarissima,
perché lei vuole essere una tosta, una stronza, non un dolce angioletto; C. ha lo sguardo sempre sognante; C. è timida, riservata, con gli estranei, e, tra le due, sono sempre io quella intraprendente, che si butta e si apre alla gente. C. è
una tipa tutta particolare, è una creatura bianca che volteggia, qualcosa del
genere, una specie di spirito. Ha lo strabismo di venere e non sopporta che la
gente dica che lei è bionda, perché è convinta di essere castana, e secondo me
è bellissima, anche se lei si fa un sacco di complessi.
Ci tenevo a parlare anche un po' di lei perché io, in questo blog, parlo della mia vita di tutti i giorni. E dato che ora c'è entrata definitivamente, lei, nella mia vita di tutti i giorni, dato che c'è entrata come un uragano, con un tuffo di testa da lasciarti così, mi sembra giusto dire qualcosina anche di lei, anche se, di ogni persona, ci sarebbe così tanto da dire che non si smetterebbe mai di parlare.
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