venerdì 12 agosto 2011

Storia di come ho insegnato a mio fratello cosa vuol dire "fare il dito medio".

Avevo qualcosa come sette, otto anni o roba così. O forse di più. Mio fratello ne avrà avuti, toh, cinque? O sei. Ma non è questo il punto.
Una sera eravamo nella nostra camera, ciascuno nel proprio lettuccio. Eravamo ciccia e pappa, io e mio fratello. Quella sera stavamo parlando di non so che cosa, e ad un certo punto io me ne esco con la genialata del secolo, dicendo "Ma lo sai cosa vuol dire fare così?". Gli ho fatto vedere il dito medio, piccolo e tozzo e bello alzato. Lo vedevo nella penombra, mio fratello, che si girava e mi guardava. Lui mi ha detto che no, non lo sapeva. Allora io gli ho detto "E' una cosa brutta, non farlo, eh!". Ecco, e a quel punto mio fratello s'è drizzato tutto ed ha cominciato ad eccitarsi perché era una cosa da non fare.
Così ha cominciato ad alzare il suo dito e a dirmi "Così si fa?" e io gli dicevo di sì, ma di non farlo.
Sapete lui che ha fatto, invece? Appena i miei sono passati davanti alla porta della stanza, quello è sgusciato fuori dalle coperte ed è corso da loro.
"Che c'è, tesoro?", ha detto mia madre. O roba così (mica pretenderete che mi ricordi esattamente le parole pronunciate mezza vita fa, oh). Ma comunque. Allora mio fratello le ha sventolato il suo bel ditino medio sotto al naso e le ha detto "Sai che questa è una cosa che non si fa? Lo sai?". Dovevate vedere la faccia dei miei. Scandalizzati, tipo oh-mio-Dio-nostro-figlio-diventerà-un-cattivo-ragazzo. "Ma cosa fai?! Chi te le ha insegnate 'ste cose?".
Non immaginate come mi son sentita io. Nella mia testa mi stavo già spalando una fossa, pronta ad essere riempita dal mio corpo.
Il mio caro, adorato fratellino, a quel punto, con un visino innocente incolpa me, dicendo: "S.!"
Due paia di occhi vennero rivolti verso di me. *musichetta agghiacciante di Psyco di sottofondo*
Io, nella mia testa ero lì nooonooooperchél'haifattonontidiròmaipiùnientepertuttalavita! E pretendevo che lui mi sentisse, anche se le parole non le ho pronunciate.
A quel punto le ire dell'inferno si scatenarono contro una povera, piccola Cherry, che in quel momento decise che non avrebbe più insegnato una cosa del genere al suo perfido fratello (che, poverino, era soltano un mocciosetto e non sapeva quello che diceva).

Ecco, fine della storia,
R. Cherry

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